
Il Dr. Enzo Ficarelli, esperto di storia locale e docente dell’Università del Crocese, insegna all’Università Popolare Gaetano Salvemini
Foggia, 25 marzo 2025 – Si riporta una nota a cura di Enzo Ficarelli.
Dantedì.
“Onorate l’altissimo poeta;
l’ombra sua torna, ch’era dipartita”
(Inf. Canto IV)
Alcuni studiosi avevano interpretato i riferimenti astronomici presenti nella Divina Commedia in modo da far coincidere l’inizio del viaggio di Dante con l’ 8 aprile 1300.
Di conseguenza tradizionalmente per anni nelle scuole italiane, e non solo, si è insegnato che Dante avesse iniziato il suo viaggio ultraterreno in tale data.
La comunità Accademica sulla base di studi più recenti e approfonditi, che hanno tenuto conto di una maggiore quantità di elementi astronomici e del calendario Giuliano in uso all’epoca di Dante Alighieri, ha raggiunto un consenso unanime sul 25 marzo 1300, come data d’inizio più accurata del viaggio di Dante.
Il 25 marzo è anche festa dell’Annunciazione e questo evento di grande rilevanza religiosa aggiunge un forte valore simbolico alla data rafforzando l’interpretazione che Dante abbia scelto proprio quel giorno, peraltro anche considerato l’inizio dell’anno del calendario fiorentino, per iniziare il suo viaggio di redenzione.
In quei giorni, da ogni angolo del mondo, una moltitudine di persone si riversava su Roma per la remissione dei peccati promessa dal Giubileo istituito da Papa Bonifacio VIII.
Dante, in quel tempo di fervore di spiritualità, all’età di 35 anni e nel pieno della sua maturità, inizia il viaggio che lo avrebbe reso immortale nella storia della letteratura.

Dante si trovava a Roma, ambasciatore della Repubblica presso il papa Bonifacio VIII, allorché il 1° novembre del 1301 i Guelfi Neri, aiutati da Carlo di Valois, s’impadronirono del governo di Firenze.
Circa tre mesi dopo, Il 27 gennaio 1302, il nuovo podestà Cante Gabrielli da Gubbio firmava il decreto con il quale “Dante Alighieri de sextu Sancti Petri Majoris” era con altri capi Bianchi condannato all’esilio e che il civico banditore Chiaro di Chiarissimo rendeva pubblico passando a cavallo di Sesto in sesto con la sua tromba d’argento.
Decreto che verrà ripetuto il 10 marzo con un’aggiunta che minaccerà a Dante il rogo “Igne comburatur” nel caso che egli venga a cadere nelle mani del Comune .
Cante Gabrielli da Gubbio e Chiaro Chiarissimo: i loro nomi meritano di restare nella storia della poesia universale.
Senza quel decreto il mondo non avrebbe avuto
Cento Canti, suddivisi in Tre Cantiche, di complessivi 14.233 versi.
A cura di Enzo Ficarelli