Manfredonia (Fg), 4 maggio 2023 – “Abbiamo espresso il nostro no fermo al deposito costiero di GPL che Energas vuole costruire a Manfredonia, un progetto vecchio sotto tutti i punti di vista, mentre Manfredonia e la Puglia hanno scelto l’industria pulita e sicura per il proprio futuro. Il Governo nazionale sembra avere recepito l’istanza e rinviato gli atti per ulteriori approfondimenti”. È quanto ha detto il vicepresidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese, lasciando Palazzo Chigi dopo aver partecipato, questo pomeriggio, a Roma, alla seduta del Consiglio dei Ministri convocata, tra l’altro, per discutere del procedimento amministrativo di autorizzazione alla costruzione di un deposito costiero di GPL localizzato nell’area industriale di Manfredonia, in provincia di Foggia, in località Spiriticchio.
“Abbiamo ribadito al Governo – ha aggiunto Piemontese – che stiamo parlando di una città e di un territorio che hanno pagato un prezzo salatissimo a scelte industriali che hanno fortemente pregiudicato l’ambiente e la salute delle persone, mettendo a rischio opzioni diverse, sarebbe oggi diabolico perseverare proponendo impianti vecchi nella concezione, chiamati a stivare e a movimentare carburante come il GPL di origine fossile, molto pericoloso e di nessun impatto positivo per il territorio sul piano economico o occupazionale”.
Nel corso della riunione del Consiglio dei Ministri il vicepresidente ha ricordato anche l’esito del referendum consultivo indetto dall’Amministrazione comunale di Manfredonia il 13 novembre 2016, in cui si registrò una percentuale del 95% di “no” a un deposito costiero di GPL che si propone come tra i più grandi di Europa.
La proposta di Energas prevede la realizzazione di un deposito costiero di GPL costituito da 12 serbatoi interrati da 5.000 metri cubi di GPL per una capacità totale di 60.000 metri cubi. “Oltre a quelli di natura ambientale e alla necessità di rifare una procedura di valutazione di impatto ambientale, fra gli elementi che giudichiamo di maggiore preoccupazione – ha sottolineato il vicepresidente della Regione Puglia – la previsione per cui il GPL, trasportato sulle navi gasiere attraccate al porto Alti Fondali, arriverebbe al deposito per mezzo di autobotti che attraverserebbero il centro abitato di Manfredonia oppure si muoverebbe su treni che attraverserebbero la stazione di Foggia, una tra le più trafficate della rete ferroviaria pugliese, collocata nel cuore della città capoluogo. Dopo la strage di Viareggio del 2009, tutti siamo avvertiti delle conseguenze di incidenti nel trasporto di sostanze pericolose che, come nel caso di materiali come il GPL, possono degenerare in un evento catastrofico”.
“Il nostro futuro industriale è tutto orientato dalla scelta strategica sull’idrogeno che la Puglia ha compiuto addirittura prima che fosse assunta come precisa linea di indirizzo delle politiche energetiche e industriali dall’Unione Europea e dall’Italia e esprimiamo soddisfazione per la scelta del Governo nazionale di sospendere ogni decisione per approfondimenti”, ha concluso Piemontese, osservando che “quel deposito contrasterebbe con la Puglia decarbonizzata, prefigurata dal presidente Michele Emiliano nella lotta sull’ex ILVA di Taranto e sulla centrale ENEL di Brindisi, ormai estesa alla pianificazione del progressivo abbandono dell’utilizzo di fonti fossili, con l’obiettivo di realizzare un completo ecosistema regionale dell’idrogeno, integrandone la catena con i parchi fotovoltaici ed esaltando, così, il protagonismo del territorio pugliese che garantisce tra i più alti livelli di irraggiamento per i sistemi solari in Italia”.
Il Consiglio dei Ministri di questo pomeriggio ha anche esaminato i procedimento di valutazione di impatto ambientale relativi a 12 impianti agrivoltaici proposti nei comuni di Stornara (FG), di Brindisi, Cellino San Marco e Mesagne (BR), di Manfredonia (FG) e di Foggia in località Borgo Mezzanone – Macchia Rotonda, di Cerignola (FG), di Ordona e Orta Nova (FG), di Grottaglie (TA) e di Ascoli Satriano (FG). E, superando le contrarietà espresse dalla Regione Puglia, li ha approvati.
“Abbiamo espresso la nostra contrarietà anche sugli impianti di agrivoltaico e, anche in questo caso, fondandola sui dati della realtà, non su pregiudizi ideologici”, ha osservato il vicepresidente della Regione Puglia, sottolineando “che oggi in Puglia sono installati 6,06 gigawatt, di cui il 44% in provincia di Foggia, un territorio a forte vocazione agricola, e sono richieste autorizzazioni per ulteriori 81 GW. Il Piano nazionale integrato Energia Clima prevede un incremento, al 2030, di 70 gw per tutta l’Italia, possiamo mai ipotizzare che sia solo la terra pugliese a dover soddisfare il fabbisogno nazionale sacrificando altro suolo fertile utile alla nostra agricoltura?”.