Foggia, 23 luglio 2023 – Angelo Apicella è un giovane studente del corso di violino del Conservatorio Umberto Giordano di Foggia.
Ha scritto un interessante testo, riportato di seguito, che tratta il cambiamento della musica nel corso dei secoli: sono presenti riflessioni personali a riguardo sulla sua evoluzione ma anche sulla sua involuzione.
Riflessioni personali: evoluzione o involuzione della musica nel corso della storia?
“Dal genio assoluto e fondatore del ‘contrappunto musicale’ Johann Sebastian Bach, dall’inventore del concerto solista Antonio Vivaldi, passando per le canzoni di cantautori o band come Lucio Battisti, Franco Battiato, i Queen, i Pooh, alle canzoni di Lazza o di Sfera Ebbasta.
Tutto questo in un lungo arco temporale, in cui oltre al cambiamento radicale della società, si è verificata una sorta di metamorfosi anche nell’ambito musicale.
Ma possiamo parlare di evoluzione o di involuzione? I classicisti più accaniti parleranno esclusivamente di involuzione, gli amanti della musica leggera e i trapper, invece, di evoluzione.
A differenza della storia dell’uomo e del mondo, che sicuramente ha rappresentato un’ evoluzione sotto tutti i punti di vista, nella musica, a parer mio, possiamo parlare di evoluzione ma allo stesso tempo di involuzione.
Evoluzione perché sono nati nuovi generi musicali che si discostano dal classico.
Nasce il pop che ha rappresentato un punto di svolta nella storia della musica, discostandosi dalle complesse composizioni che caratterizzano la musica classica, mettendo in risalto la poetica dei testi, dando il via all’affermazione universale della canzone.
Nasce il rock, grazie anche all’avvento di nuovi strumenti prettamente originari del ‘Continente Nuovo’, ma che hanno contribuito all’ampliamento e allo sviluppo della musica e del modo di fare musica.
Nasce il rap/hip pop, genere musicale che va a braccetto con l’affermazione della tecnologia, in quanto basato prevalentemente sulla musica elettronica, oltre all’invenzione dell’autotune che ha rappresentato un vantaggio notevole ed ha reso il ruolo di cantante ancor più accessibile.
Del resto, cambiamenti nati dall’esigenza dell’uomo di ascoltare generi musicali che fossero diversi dalla radicata ma fondamentale musica classica.
Involuzione perché, con l’avvento del pop e gli altri generi, è aumentata vertiginosamente la semplicità e la superficialità delle composizioni musicali, passando dalle complesse quanto affascinanti armonie e modulazioni di Bach, Beethoven, Tchaikovsky o Schumann, a giri armonici periodici con linee melodiche ripetitive e limitate.
Ma questo evidentemente è accaduto proprio perché non si riusciva e non si riesce a comprendere la grandiosità della complessità di quei compositori, in assenza di minime basi teoriche sull’argomento e dunque si è cercato il rifugio ideale nella musica leggera, ‘leggera’ proprio perché è facilmente comprensibile ed alla portata di tutti.
Non è un caso che, quando si parla di ‘musica commerciale’, si faccia riferimento proprio a questo genere, in quanto si approfitta dell’approvazione universale riguardo esso, per incassare ingenti cifre, oltre che in termini prettamente mediatici, anche in termini economici (il che non è totalmente sbagliato, in quanto ogni lavoro ed ogni progetto deve avere il proprio riconoscimento).
Ma, a parer mio, a causa di questa commercializzazione che però è inevitabile, si è leggermente perso il gusto interiore ed emotivo nel comporre nuova musica, pensando maggiormente all’aspetto economico (il trap ne è la dimostrazione più grande).
Inoltre, la struttura della musica leggera nasce proprio dalla struttura della musica classica nel Classicismo, la cosiddetta ‘forma sonata’, che presenta tre punti: esposizione (che corrisponde al ritornello di una canzone), sviluppo (che corrisponde alle varie strofe) e ripresa(che corrisponde alla ripresa del ritornello).
In sostanza, un’evoluzione dettata dai cambiamenti della società, caratterizzata da una sperimentazione innovativa e funzionale di nuovi generi musicali con conseguente nascita di ulteriori forme espressive artistiche (favoriti anche dalla formazione di nuove popolazioni), e dal conseguente ampliamento della tipologia e della diffusione della musica in giro per il mondo, che però ha portato ad un’ involuzione dal punto di vista tecnico, necessaria però per soddisfare l’anima della maggior parte delle persone, bisognose di quella che io definirei ‘affascinante semplicità’, in assenza di minime nozioni musicali (il che non è positivo, considerato il ruolo centrale dell’Italia nella storia della musica).
In ogni caso, è importante non commettere l‘errore di considerare la musica leggera come branca separata dalla musica classica, in quanto è frutto di un processo evolutivo, in cui però è strettamente legata e radicata ad essa”.
(A cura di Angelo Apicella)