In foto il Presidente di Associazione Costituzione Cattolica Dott. Alessandro Mancini

In foto il Presidente di Associazione Costituzione Cattolica Dott. Alessandro Mancini

Foggia, 15 marzo 2025 – Una nota diffusa dall’Associazione “Costituzione Cattolica” di Foggia.

 

 

Alessandro Mancini, Presidente dell’associazione Costituzione Cattolica: Contro questa Riforma della Separazione delle Carriere dei Magistrati.

 

 

 

Negli ultimi mesi, il dibattito sulla riforma della separazione delle carriere dei magistrati ha suscitato un acceso confronto tra sostenitori e oppositori. Il Disegno di Legge Costituzionale (DDL) in discussione propone una serie di modifiche radicali al sistema giudiziario italiano, con l’obiettivo di separare le carriere dei pubblici ministeri (PM) e dei giudici. Tuttavia, dietro a questa apparente riforma tecnica si nascondono gravi rischi per l’indipendenza della giustizia e, di conseguenza, per i diritti dei cittadini.

Cosa Prevede il DDL? Il DDL prevede, innanzitutto, una netta separazione tra PM e giudici, che dovranno essere selezionati attraverso due concorsi distinti. Ciò significa che non sarà più possibile per un magistrato passare da una funzione all’altra nel corso della sua carriera.

Questa misura, presentata come un modo per garantire maggiore specializzazione, rischia di creare una barriera tra le diverse funzioni della magistratura, minando la coesione e la comprensione reciproca tra le figure che operano nel sistema giudiziario.

Inoltre, il DDL prevede la divisione del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), attualmente unico e composto da magistrati e giuristi eletti, in due organi distinti: uno per i pubblici ministeri e uno per i giudici. Questa scelta non solo complicherà la governance della magistratura, ma potrebbe anche portare a una frammentazione dell’autorità e a una maggiore politicizzazione delle nomine.

Il Rischio di Politicizzazione La riforma introduce inoltre un nuovo sistema di nomina per i membri del CSM: i magistrati saranno scelti tramite sorteggio, mentre i laici saranno selezionati da un elenco predisposto dal Parlamento.

Questa modalità di selezione, sebbene possa sembrare una forma di democrazia diretta, solleva interrogativi sulla reale indipendenza dei magistrati e sulla loro capacità di operare in un ambiente privo di pressioni politiche.

Se il potere politico ha la possibilità di influenzare, anche indirettamente, le nomine dei membri del CSM, si corre il rischio di un’erosione dell’autonomia del potere giudiziario. In questo contesto, l’assegnazione dei processi disciplinari a una nuova Alta Corte composta da giudici nominati in parte dal Presidente della Repubblica e in parte sorteggiati, potrebbe ulteriormente compromettere l’indipendenza della magistratura.

La possibilità che l’esecutivo possa esercitare una certa influenza sugli organi disciplinari dei magistrati è un rischio inaccettabile per un sistema democratico.

 

Le Conseguenze per i Cittadini L’argomento della separazione delle carriere, pur essendo tecnicamente complesso, ha implicazioni dirette sulla vita quotidiana dei cittadini. La paura è che, attraverso questa riforma, si stia preparando il terreno per un controllo sempre maggiore del potere esecutivo sull’ufficio del PM.

In foto il Presidente di Associazione Costituzione Cattolica Dott. Alessandro Mancini
In foto il Presidente di Associazione Costituzione Cattolica Dott. Alessandro Mancini

 

Se i pubblici ministeri dovessero trovarsi a rispondere alle direttive del governo, la loro autonomia in merito all’azione penale sarebbe seriamente compromessa.

 

Questo scenario non solo minerebbe la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, ma potrebbe anche portare a una giustizia meno equa e più soggetta agli interessi di chi detiene il potere. Il vero pericolo, tuttavia, è rappresentato dalla possibilità che il potere esecutivo, in futuro, decida di scegliere i pubblici ministeri in base ai propri interessi, anziché alla loro professionalità e imparzialità. Questo potrebbe portare a una situazione in cui il cittadino, uguale agli altri davanti alla legge, potrebbe diventare “meno uguale” a seconda del colore e del consenso del Governo in carica.

In un contesto in cui l’articolo 3 della Costituzione sancisce l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, la riforma potrebbe creare un sistema in cui i diritti dei cittadini variano a seconda delle decisioni politiche. Ciò rappresenterebbe un pericoloso passo indietro per una democrazia che dovrebbe garantire a tutti pari opportunità di accesso alla giustizia. Conclusione La riforma della separazione delle carriere dei magistrati non è solo un cambiamento tecnico, ma ridefinisce l’equilibrio dei poteri in Italia.

È fondamentale che i cittadini prendano consapevolezza delle possibili ripercussioni di questa riforma. Solo attraverso un sistema giudiziario autonomo e imparziale si può garantire la tutela dei diritti di tutti, senza distinzioni. Rimanere in silenzio di fronte a questi cambiamenti significherebbe, con il tempo, compromettere i fondamentali principi di giustizia e democrazia sui quali si basa la nostra società.

 

 

Associazione Costituzione Cattolica Dott. Alessandro Mancini

 

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