Domenico Carella

Domenico Carella

InsideCapitanata.it, Foggia, 13 maggio 2023 – Il mito immortale di Ayrton Senna, un grande sportivo ma soprattutto un grande uomo, mai dimenticato da una folta schiera di ammiratori in tutto il mondo.

 

La forza, la passione e la determinazione di un pilota che faceva di tutto per arrivare primo con macchine che all’epoca non erano assolutamente i gioielli tecnologici di oggi, compiendo delle imprese titaniche e riuscendo sempre a stupire tutti.

Ayrton Senna, ph. Facebook
Ayrton Senna, ph. Facebook

Ma chi era Ayrton ‘Magic’ Senna da Silva? Sicuramente un esempio, una persona piena di valori da seguire, oltre che un vero e proprio ‘mago’ delle quattro ruote che ha riscritto la storia della Formula 1 diventando campione del mondo nel 1988, 1990 e 1991.

Non solo il più grande pilota di tutti i tempi ma soprattutto un uomo di alti valori: Ayrton era corretto, generoso e molto altruista.

Ayrton Senna, ph. Facebook
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Ayrton Senna è morto a causa di un incidente sulla pista di Imola il 1 maggio 1994: il mito brasiliano della Formula 1 a 29 anni dalla morte resta una delle figure più rappresentative dell’automobilismo in generale.

Ayrton Senna, ph. Facebook
Ayrton Senna, ph. Facebook

Il suo casco giallo oro è ancora oggi un simbolo iconico e leggendario e non verrà mai dimenticato.

 

 

Il mito di Ayrton Senna rivive nell’ultima opera dell’autore foggiano Domenico Carella, grande fan del pilota brasiliano fin da bambino. Si riportano di seguito le dichiarazioni di Carella per InsideCapitanata.it riguardanti il suo libro ‘Nico e Ayrton Senna’:

 

IC: Domenico, qualche informazione su questa tua ultima opera.

 

 

DC: Sono molto contento perché Nico e Ayrton Senna è il mio undicesimo libro ed il mio secondo racconto. Il primo è un racconto vero e proprio, la ‘Nazionale degli Scappati di Casa’, edizioni Mitico Channel e che sarà presentato a Torremaggiore il 20 in un istituto scolastico. Narra la storia di un gruppo di ragazzi che nessuno voleva fare giocare a calcio, in realtà si mettono insieme e diventano una vera squadra.

 

Domenico Carella
Domenico Carella

 

IC: Questa tua opera non è una vera e propria biografia. Di cosa si tratta?

DC: Adesso ho scritto ‘Nico e Ayrton Senna’, sono molto contento perché è un bel libro. Non avevo la pretesa di fare una biografia, infatti ne sono state fatte tante, sapevo di dover fare qualcosa di diverso. Allora ho creato una storia di un bambino cresciuto seguendo le gesta di Senna, un bambino che in realtà sono io, perché Nico é il mio nomignolo.

 

IC: Qual è il tuo rapporto con Senna? Risale a quando eri bambino vero?

DC: Negli anni 80 e 90 sono cresciuto guardando Ayrton Senna e quello che faceva in pista. Da bambino mi piaceva il fatto che lui fosse integerrimo, preciso nelle regole. Aveva una moralità molto spiccata fuori dalla pista e cercava sempre di essere perfetto ma era un ‘diavolo’ in pista, perché era uno che faceva di tutto per vincere. Era molto determinato, quasi feroce, studiava tutte le strategie possibili, non si accontentava del secondo posto.

 

E questo é un impegno, un vero insegnamento per un bambino. Impegnarsi per raggiungere gli obbiettivi e mai derogare alle regole della morale.

 

Domenico Carella
Domenico Carella

 

IC: Qual è stato il momento in cui hai apprezzato maggiormente Ayrton Senna?

DC: Ha vinto tre campionati del mondo in 4 anni, il quarto lo perse nel 1989 con non poche polemiche, dopo un incidente a Suzuka con Prost. Ma io l’ho amato, (e anche gli altri) di più nel periodo in cui non vinceva, ovvero nel ’93.

 

 

IC: Senna riusciva a competere con delle auto definite ‘mostri di potenza’ all’epoca con una macchina meno performante, cosa ne pensi?

 

DC: Con una macchina con un motore inferiore come la McLaren, dotata di un ‘piccolo’ Cosworth Ford, contro delle ‘navicelle spaziali’ delle Williams con Prost e Hill che avevano praticamente tutto a disposizione, non solo la meccanica, anche l’elettronica.

 

 

Un’elettronica che in quel periodo entrava prepotentemente a far parte della Formula 1 con le sospensioni attive, nonostante quelle fossero di un’ altra categoria come macchine lui comunque riuscì a far vedere delle cose straordinarie, dimostrò di essere un campione.

 

 

Riuscì a vincere credo 5 Gran Premi in quell’anno e fece vedere sempre delle cose straordinarie e quindi quello fu il vero anno in cui con un triciclo, facendo una metafora, riusciva a competere contro quelli che avevano dei bolidi.

Domenico Carella
Domenico Carella

IC: La tua opera quale periodo storico ripercorre precisamente?

 

DC: Il libro è un racconto su Senna che parte dal primo Maggio ’88 e arriva primo maggio ’94 Gran Premio di Imola dove morì, con un finale che riguarda la vita di questo bambino che alla fine lo segna. Bisogna poi leggere il finale perché non lo non lo vado a svelare.

 

 

IC: Tieni a ringraziare qualcuno in particolare?

 

DC: Sono molto contento di questo libro, ringrazio Mitico Channel che lo ha pubblicato, ringrazio Luigi Russo che mi ha dato una mano per la copertina che ho disegnato io, ringrazio l’immenso Giorgio Terruzzi che è una voce inconfondibile del giornalismo italiano che ha che ho scritto uno dei libri su Senna più belli, “Suite 200”.

Domenico Carella
Domenico Carella

 

IC: Di cosa parla questo libro dedicato a Senna, “Suite 200”?

DC: Parla di come è stata secondo lui l’ultima notte di Senna nei pensieri quello che ha fatto con un tempo del racconto lentissimo che ti fa vivere quasi secondo dopo secondo quei momenti. E lui ha fatto la prefazione di questo libro.

Sono orgoglioso di poter dire che c’è il Giorgio Terluzzi in questo libro.

 

 

A cura di Gianluigi Cutillo, 13 maggio 2023

 

Un ringraziamento speciale all’autore Domenico Carella per la grande disponibilità.

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