Eppure Benny, così si fa chiamare Panfilo Colonico lo chef abruzzese rapito in Ecuador e che a Sulmona è nato e cresciuto, un po’ come stanno facendo e hanno fatto molti altri suoi concittadini, da Sulmona è dovuto partire.
Ci si chiede a questo punto perché da questo posto incantevole molti vanno via?
Cosa non garantisce ad un sito così reso graziato da Dio la permanenza dei suoi “figli”?
Molte potrebbero essere le risposte e tutte potrebbero portare ad esplicitarne il motivo.
Sarà per il fatto che si è incapaci di capire che il territorio di Sulmona è tra quelli italiani quello che potenzialmente più di qualsiasi altro potrebbe vivere di rendita solo facendo turismo e cioè investendo in quello che Colonico è andato a fare in America latina?
O perché non si hanno amministratori capaci di saperlo fare?
O, peggio ancora, perché non si riesce a rendere compatta un’ideologia campanilistica che bene farebbe ad invertire la rotta qualora fosse vero?
Eppure Colonico, già propietario di un ristorante immerso nel verde lussureggiante della campagna posta a Nord Ovest dall’abitato sulmonese e dal nome “Magnolia”da Sulmona se ne è andato.
Dicono che abbia un innato talento per la cucina (caratteristica nella quale gli italiani primeggiano incontrastati) eppure lo chef rapito ha dovuto fare le valige dalla sua terra.
È facile chiedersi il perché dall’Italia in generale e a Sulmona in particolare molti se ne vanno.
Quello che invece è difficile fare è darsi una risposta.
Forse i politici e gli amministratori vari potrebbero aiutarci a trovarla.
Chissà?
(A cura di Mauro Nardella)
Video:
In esclusiva il video che riprende il luogo dove Panfilo Colonico esercitava la sua professione di chef prima di partire per l’Equador (M.Nardella)