Padre Franco Moscone (pH. Portale Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-S.Giovanno Rotondo)

Padre Franco Moscone (pH. Portale Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-S.Giovanno Rotondo)

Manfredonia (Fg), 5 giugno 2024 – In vista del voto, l’arcivescovo di Manfredonia, padre Franco Moscone, ha rilasciato una dichiarazione in cui sottolinea l’importanza del voto come strumento di partecipazione democratica e resistenza contro le influenze negative sulla politica.

 

Manfredonia, il Vescovo Moscone: “Non votare è cedere a poteri forti e mafie”

 

Secondo l’arcivescovo Moscone, astenersi dal voto non è un gesto di protesta contro la cattiva politica, ma una resa ai poteri forti e alle mafie.

Egli avverte che l’astensionismo facilita il controllo delle elezioni da parte di queste forze, che comprano voti a basso costo e impongono i propri candidati, minando così i principi democratici.

 

Padre Franco Moscone, ph. Casa Sollievo della Sofferenza

 

Il voto come resistenza contro le influenze negative sulla politica

 

 

Alla vigilia delle elezioni politiche giunge il pensiero dell’arcivescovo padre Franco Moscone che sottolinea l’importanza del voto come strumento di partecipazione democratica e resistenza contro le influenze negative sulla politica.

 

“Non andare a votare non è un atto di PROTESTA contro la cattiva politica, ma un atto di RESA ai poteri forti e alle mafie che continueranno a comprare voti a poco prezzo e imporre i loro candidati!”

 

+ padre Franco Moscone – Arcivescovo

Padre Franco Moscone (pH. Portale Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-S.Giovanno Rotondo)
Padre Franco Moscone (pH. Portale Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-S.Giovanno Rotondo)

L’astensione non è un gesto di protesta contro la cattiva politica

 

 

Secondo l’arcivescovo Moscone, astenersi dal voto non è un gesto di protesta contro la cattiva politica, ma una resa ai poteri forti e alle mafie.

Egli avverte che l’astensionismo facilita il controllo delle elezioni da parte di queste forze, che comprano voti a basso costo e impongono i propri candidati, minando così i principi democratici.

 

 

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