InsideCapitanata.it, Foggia, 25 settembre 2023 – La parrocchia del Sacro Cuore di Foggia è un importantissimo presidio di legalità in un quartiere periferico pieno di persone per bene ma caratterizzato anche da diverse problematiche, soprattutto di tipo sociale.

 

 

Il ruolo svolto dagli oratori è fondamentale nella crescita di un giovane, un riferimento che spesso riesce a dare luce e speranza grazie alle numerose attività costruttive e alle parole di consiglio e conforto.

 

Don Antonio Carbone, parroco energico e promotore di diverse iniziative positive per la comunità, ha lasciato Foggia e sarà amministratore delle Case Salesiane del Sud Italia, tornando a Napoli.

Si tratta di un ritorno perché il sacerdote era stato per anni alla guida dei Salesiani di Torre Annunziata.

Ha lavorato tanto e lasciato sicuramente un buon segno nel cuore del quartiere e del capoluogo dauno.

 

 

Ruolo di grande rilevanza per la comunità e per le attività svolte è anche quello dell’APS Sacro Cuore, guidato da anni da Massimo Marino.

Quest’ultima ormai è un riferimento per le associazioni locali di stampo cattolico e non solo, oltre che nel settore della formazione.

 

 

A prendere recentemente il posto di Don Antonio Carbone è Don Cristiano Ciferri che raccoglie un’eredità da parroco centrale per la città di Foggia, considerando anche il momento particolare del capoluogo.

Don Cristiano Ciferri

Don Cristiano Ciferri è stato molto disponibile ed ha rilasciato le seguenti dichiarazioni per InsideCapitanata.it:

 

 

 

 

IC: Don Cristiano, ci parli delle sue esperienze pregresse.

 

DC: Sono salesiano dal 1994 e sacerdote dal 2002. Le mie esperienze di vita salesiana sono state a Molfetta (incaricato dell’oratorio e coordinatore della pastorale giovanile salesiana della Puglia), Cisternino (direttore della comunità e incaricato dell’oratorio), Cerignola (direttore, parroco e incaricato dell’oratorio), Taranto (direttore e preside del liceo), Caserta (preside del liceo), Napoli Vomero (preside della scuola).

 

Ho anche insegnato ‘Filosofia dell’educazione’ nella Facoltà di Scienze dell’Educazione della Università Pontificia Salesiana di Roma.

 

Come titoli accademici ho conseguito la licenza ecclesiastica in Antropologia Teologica a Molfetta, la laurea magistrale in Scienze Filosofiche presso l’Università statale di Macerata, il dottorato in Filosofia.

 

 

IC: Come e quando è nata la sua devozione per Don Bosco?

 

 

DC: Ho conosciuto i salesiani frequentando la scuola media all’Istituto “Redentore” di Bari.

Da quel momento, assieme alla mia famiglia, ho iniziato a frequentare la casa salesiana e mi sono innamorato del carisma di don Bosco, in particolar modo a partire dal modo in cui i salesiani di allora si relazionavano e si dedicavano a noi.

Tanto da farmi chiedere: «Perché non farlo anche io?».

 

 

IC: La figura di Don Bosco oggi.

DC: Don Bosco continua ad essere per milioni di giovani nel mondo un padre, un maestro e un amico.

La sua figura è di grande attualità perché è portatore di un messaggio che non tramonta: ci saranno sempre giovani, con le loro esigenze specifiche. Soprattutto quella, tante volte implicita, di avere accanto qualcuno che li ascolti e si interessi davvero a loro.

Questo è stato don Bosco e questo continua ad essere nelle migliaia di salesiani e di case salesiane sparse nel mondo.

 

IC: Il ruolo degli oratori oggi per la legalità.

DC: Don Bosco voleva che i suoi ragazzi fossero “buoni cristiani e onesti cittadini”.

Credo che se si riuscisse a far maturare davvero in loro questo connubio, non ci si dovrebbe nemmeno porre il problema della legalità.

Occorre far capire ai ragazzi e alle loro famiglie che educarsi alla legalità parte dalle piccole cose e dai piccoli atteggiamenti quotidiani, come ci insegna il Vangelo, solo se siamo fedeli nel poco possiamo esserlo nelle grandi cose.

L’oratorio è una palestra in cui crescere in questa prospettiva di vita.

 

 

IC: Un pensiero sulla situazione del Quartiere Candelaro.

DC: Non ho la pretesa di conoscere adeguatamente il quartiere Candelaro, essendo qui solo da un mese.

Ho trovato tanta gente buona, onesta e disponibile. Forse, un po’ rassegnata.

Ma il riscatto deve partire da ciascuno e anche dalla collaborazione di tutti, perché se è vero che fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce, è anche vero che se mettiamo insieme le nostre voci, la voce del bene può essere più assordante del rumore del male.

 

IC: Una riflessione sull’importanza del Sacro Cuore per la zona.

DC: Credo che il Sacro Cuore abbia aiutato il quartiere ad acquisire sempre più una propria dignità e, certamente, ancora potrà continuare a farlo.

La gente è grata all’opera che questa parrocchia ha compiuto in tutti questi anni.

Occorre però incrementare maggiormente la rete di bene con le altre istituzioni ecclesiali e civili del territorio.

E garantire una crescita sociale e spirituale a quanti trovano nella nostra parrocchia rifugio e ristoro per il corpo e per l’anima.

 

 

IC: Cosa pensa della devianza giovanile legata alla città di Foggia e alla Capitanata? Quali sono i mezzi per combattere questo fenomeno?

DC: Anche in questo caso, non posso ancora dire di conoscere adeguatamente il fenomeno.

Credo però che ogni forma di devianza possa essere combattuta con l’ascolto, le alleanze educative e una coerente testimonianza di vita da parte di chi intende proporsi a modello di vita.

I giovani hanno bisogno di riferimenti forti, anche alternativi alla cultura dominante.

Auspico che l’attuale momento elettorale, sul quale preferisco per ora non esprimermi più di tanto, sia un’occasione da non perdere per creare, anche a Foggia, una politica buona, realmente al servizio del bene comune e dei cittadini.

La politica deve trovare le strade per tornare a interessare i giovani, a renderli protagonisti del mondo che abitano.

 

Opera dedicata a San Pio da Pietrelcina presso la Parrocchia del Sacro Cuore di Foggia, ph. Facebook

 

 

IC: Un pensiero sull’opera dedicata recentemente a San Pio al Sacro Cuore.

DC: Una benefattrice ci ha regalato una statuetta di S. Pio. In fondo alla chiesa abbiamo deciso di allestire un “Angolo della Misericordia” per facilitare l’accostarsi al sacramento della confessione.

Padre Pio è stato un grande confessore e direttore di anime.

Abbiamo quindi deciso di benedire questa statua nel giorno della sua festa e di collocarla in questo spazio, perché aiuti tutti, sia noi sacerdoti che i penitenti, ad attingere a piene mani all’amore misericordioso di Gesù, che scaturisce proprio dal suo Cuore, al quale è dedicata la nostra parrocchia.

 

 

IC: Iniziative e progetti futuri.

DC: Proprio in questi giorni stiamo elaborando la programmazione pastorale dell’anno.

Intendo mettermi certamente in continuità con chi mi ha preceduto, in particolar modo con l’incisivo operato del carissimo don Antonio Carbone.

Ma al tempo stesso credo sia importante che ognuno sia sé stesso, per cui desidero anche contribuire con qualche mia pannellata al bel capolavoro che è la comunità educativa e pastorale salesiana del Sacro Cuore di Foggia.

 

 

 

A cura di Gianluigi Cutillo, 25 settembre 2023

 

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