San Severo (Fg), 18 maggio 2023 – Al termine del tavolo tecnico che si è tenuto presso la Prefettura di Foggia, è stato deciso che, a causa delle avverse condizioni meteo previste per le prossime ore ed in segno di cordoglio per le vittime in Emilia Romagna, la festa del Soccorso è stata rinviata.
La Festa si svolgerà nel successivo fine settimana con le processioni che si terranno domenica 28 e lunedì 29 maggio.
La festa del Soccorso, la festa patronale di San Severo
L’evento celebra la solennità liturgica della Madonna del Soccorso, patrona principale della città e della diocesi. Alla Vergine sono associati, nei festeggiamenti esterni della terza domenica di maggio e del lunedì successivo, i santi Severino abate e Severo vescovo, parimenti patroni principali, le cui statue affiancano quella della Madonna[1]. La festa è caratterizzata da due processioni, in cui si portano a spalla numerosi simulacri di santi, scandite dalle batterie pirotecniche incendiate negli oltre venti rioni al passaggio dei sacri cortei.
Per i sanseveresi – residenti e non – la festa rappresenta un importante evento annuale, una grande e aggregante liturgia barocca in cui essi si riconoscono e si identificano, nonché una valvola di sfogo delle tensioni e delle ansie dell’intera città.
Il culto della Madonna del Soccorso è legato agli Agostiniani, che a San Severo ebbero un monastero (con annessa chiesa di sant’Agostino) attestato dal 1319. Tornati in città nel 1514, dopo un periodo di allontanamento, i monaci vi promossero il culto della Madonna nera, sbocciato a Palermo nel 1306 per l’apparizione miracolosa della Vergine al monaco Nicola Bruno (o La Bruna): secondo la tradizione, la statua sanseverese della Madonna del Soccorso – resa barocca nel 1760 dall’artista Nicola Antonio Brudaglio di Andria – sarebbe giunta dalla Sicilia nel 1564. Quando il monastero agostiniano venne definitivamente soppresso (1652), la devozione alla Madonna fu tenuta viva dai massari di campo (i possidenti), che dopo il 1679 si riunirono in confraternita, canonicamente eretta nel 1704 ed elevata ad arciconfraternita nel 1870.
Quale protettrice dei campi, la Vergine nera, che nella destra tiene alcune spighe di grano, un ramo d’olivo e un grappolo d’uva, fu invocata ogni qual volta siccità, tempeste e altri pericoli minacciassero le coltivazioni sanseveresi. Dopo una prima processione penitenziale nel 1580, la statua della Madonna fu portata per i campi e nelle vie della città negli anni 1737, 1753, 1754, 1762, 1767, 1774 e 1783. Il simulacro fu anche testimone degli eccidi seguenti la rivoluzione giacobina del 1799 quando, per volere dei massari, fu portato in processione per la città a fini di persuasione politica.
Nella prima metà dell’Ottocento, parallelamente alla rapida ascesa del ceto dei possidenti, il culto per la Vergine bruna crebbe notevolmente, e nel 1857 la Madonna fu eletta patrona aeque principalis della città e diocesi. L’8 maggio 1937 la sua statua, che dai primi anni dell’Ottocento è rivestita di ricchi abiti in seta ricamata, fu solennemente incoronata con diademi d’oro tempestati di pietre preziose.
Nonostante l’incarnato della Madonna sia bruno, il Bambinello ch’essa reca in braccio è di fisionomia europea: l’originale fu sostituito con uno di colore bianco una prima volta nel 1760 e poi, dopo una rovinosa caduta, nel 1828.
(Cenni storici tratti da Wikipedia)