Purtroppo vogliono farci accettare la PRIMA SUPER CAZZOLA, l‘attività prescrittiva dei singoli medici di base, viene attuata sempre in modo corretto e rispettoso nei confronti del Paziente, da non dimenticare che i Medici di Base godono dell’autonomia professionale. Chi fa la prescrizione, è il medico di medicina generale, ma anche lo specialista ospedaliero che durante la visita indica la necessità di un approfondimento diagnostico.
In capo al prescrittore sta la responsabilità della priorità giusta, ma anche la problematica del ritardo diagnostico, da ricordare che“appropriatezza prescrittiva” il decreto prevede per una serie di prestazioni una prescrizione specialistica. Alcune prestazioni prima prescrivibili direttamente dal medico di famiglia oggi per ottenerle necessitano di una visita e di una prescrizione dello specialista.
Quindi ci sarà almeno un ticket in più da pagare rispetto a prima. L’attività prescrittiva, non potrebbe mai aiutare ad aumentare l’efficienza del sistema sanitario, per aumentare l’efficienza del sistema, si dovrebbe intervenire, ad esempio incentivando la cooperazione tra ospedali pubblici e privati, per abbattere le liste d’attesa, alle Asl dovrebbero arrivare più risorse fresche per pagare gli straordinari dei medici.
Il problema per la sanità pubblica è rilevante, perché nella realtà come ha appena certificato l’Istat, la mancanza di denaro per affrontare spese private sanitarie, sono il motivo principale per il quale 3 milioni di italiani rinunciano a curarsi.
Arriviamo alle SECONDA ed ultima SUPER CAZZOLA del Governo, riportiamo di seguito una parte dell’articolo del Il Sole 24 Ore del 28 aprile c.a. : “ la possibilità, questa l’ipotesi che sta prendendo corpo, di poter anche comprare l’attività libero professionale (l’intramoenia) dai medici che finite le loro 8 ore potranno essere ingaggiati invece che dal cittadino, come accade oggi, direttamente dall’ospedale”.
E’ importante sapere che esiste già il decreto 124/1998 Art. 3 ,che regolamenta le liste d’attesa e stabilisce che le Regioni, insieme alle Aziende Unità Sanitarie locali e agli ospedali, devono fissare tempi massimi tra la richiesta di una prestazione e la sua esecuzione. Se i tempi massimi di attesa sono superati, il paziente ha il diritto di richiedere che la prestazione venga fornita in intramoenia, pagando solo il ticket.
Questo diritto può essere esercitato per molte tipologie di esami e visite specialistiche. La differenza di costo è a carico dell’Azienda Sanitaria locale, e se il paziente è esente dal ticket, non dovrà pagare nulla e il costo sarà interamente a carico dell’Azienda Sanitaria locale.
È necessario fare molto di più per garantire il rispetto dei tempi di attesa, l’esercizio corretto dell’intramoenia e in generale i diritti dei pazienti, intensificando i controlli che attualmente sono troppo pochi e presentano molte lacune.
Associazione Costituzione Cattolica
Dott. Alessandro Mancini
(Nota stampa)