
Il dirigente scolastico dell’IPEOA “M. Lecce” di Manfredonia, Luigi Talienti.
Foggia, 26 marzo 2025 – Il carcere non deve essere visto solo come un luogo di punizione, ma come un’opportunità di trasformazione e recupero.
È questa la riflessione centrale che emerge nell’articolo di Luigi Talienti, pubblicato su L’Edicola, dove si esplora la necessità di un sistema penitenziario in grado di favorire il cambiamento e la riabilitazione.
“Al di là delle sbarre, una pena efficace e una profonda riflessione su un processo di riqualificazione del sistema carcerario”, scrive Talienti, sottolineando come sia fondamentale andare oltre le difficoltà del sistema attuale per trovare soluzioni più efficaci.
L’autore paragona il cammino del detenuto a quello di Icaro, simbolo di speranza e di desiderio di superare i propri limiti: “Ogni ristretto, come Icaro, è chiamato a superare un limite dettato da una situazione contingente, limitativa e sofferente”. Una metafora potente che invita a riflettere sul bisogno di affrontare la sofferenza con consapevolezza e determinazione.

“Per oltrepassare tale limite è necessario, inevitabilmente, partire da un’attenta introspezione, per comprendere i propri errori, maturare un ravvedimento e armare un senso di coscienza rinnovato”, continua Talienti, indicando l’importanza di un processo interiore per iniziare un vero percorso di cambiamento.
Il ruolo degli affetti è centrale nel percorso di riabilitazione. “Solo la luce può illuminare il cammino, solo gli affetti possono colorare i percorsi, solo la speranza può fornire la spinta ad andare avanti”, scrive l’autore, suggerendo che la speranza, gli affetti e il supporto reciproco sono essenziali per il recupero di chi sta scontando una pena.
Inoltre, Talienti avverte che un eccesso di speranza non deve trasformarsi in illusione: “Ovviamente, non bisogna volare troppo in alto perché un’eccessiva altitudine può determinare il crollo della speranza e distruggere, inesorabilmente, il sogno di libertà”. Un invito a perseguire il cambiamento in modo realistico, senza lasciarsi sopraffare dalle aspettative irrealizzabili.
“Le ali che consentono tutto ciò non devono essere costruite con la cera: si scioglierebbero al sole”, afferma Talienti, evidenziando che solo un impegno concreto, supportato da un aiuto esterno genuino, può permettere la costruzione di una vera libertà.

Infine, l’autore del pezzo pubblicato su L’Edicola, sottolinea che il vero obiettivo è una vita rinnovata, lontana dai vecchi limiti: “Oltre le ‘sbarre’ c’è la vita che chiama, c’è un figlio che attende il proprio papà per condividere gioie e dolori o che, più semplicemente, vuole giocarci insieme”.
La vita fuori dal carcere non è solo una libertà fisica, ma un’opportunità di riconnessione con i propri cari e con i valori fondamentali della vita.
Concludendo, Talienti esorta a costruire un cammino solido, lontano dall’illusione: “Solo così si potrà spiccare un volo alto e sicuro, non pindarico e distruttivo, che possa permettere di raggiungere Atene”. Un volo verso un futuro migliore, realizzato con impegno, consapevolezza e supporto reciproco.