
Il Consigliere Comunale del Movimento 5 Stelle di Foggia, Francesco Strippoli (Immagine dal profilo Facebook)
Foggia, 14 giugno 2024 – Il Consiglio Comunale di Foggia ha respinto la proposta di istituire “Foggia Città 30”, in linea con le criticità evidenziate da Francesco Strippoli, Consigliere Comunale del Movimento 5 Stelle, rispetto alle lacune normative e alla mancanza di supporto infrastrutturale necessario.
Questo sottolinea le sfide nell’implementare cambiamenti radicali senza una metodologia adeguata e motivazioni specifiche per ciascuna strada coinvolta, enfatizzando l’importanza di adottare approcci più pragmatici verso la mobilità sostenibile.
Si riporta di seguito la nota social diffusa da Francesco Strippoli, in contrapposizione alla proposta avanzata dal consigliere Angiola.
“Ieri è approdato in aula il tanto discusso testo sull’istituzione di “Foggia Città 30”, a firma del Consigliere Angiola, che avrebbe dovuto di fatto cambiare i limiti di velocità in tutto il territorio urbano così, di botto, dal primo luglio.
Per quanto lo spirito della battaglia in generale sia nobile, anche se in questo caso applicata in chiave evidentemente propagandistica, la mozione in questione era gravemente lacunosa e non attuabile per motivi di metodo e di merito.

Nel mio intervento a nome del Movimento 5 Stelle Foggia ho illustrato tutte le criticità di tale proposta e soprattutto quella che è l’azione amministrativa che stiamo contemporaneamente mettendo in atto per realizzare un concreto cambiamento sul tema della mobilità sostenibile, isole ambientali e “zone 30”, in maniera più pragmatica e concreta.
Partiamo dall’analisi della mozione respinta ai voti dalla stragrande maggioranza del Consiglio.
La proposta di Delibera ricevuta dal consigliere Angiola è risultata molto povera nelle premesse e nella narrativa non citando nessuna normativa, nessun decreto governativo e nessuna direttiva in merito alla “città 30” da realizzarsi. Sottolineo l’assenza di qualsiasi riferimento di legge.
Un possibile motivo di queste clamorose mancanze è che la normativa di legge in vigore (e le leggi le fa il Parlamento) rappresenta oggi un insormontabile ostacolo a quanto proposto da lui di deliberare.
Il Codice della strada (D.lgs 30 aprile 1992, n. 285) e le varie Direttive ministeriali esplicitano categoricamente il limite di velocità di 50kmh in contesti urbani e ribadiscono che l’applicazione di specifiche “zone 30” (non città ma “zone”) non deve essere generalizzata ma adeguatamente motivata in “determinate strade e tratti di strada”. È necessario fornire evidenza della metodologia adottata e va data una motivazione “rafforzata” per ogni singola strada da trasformare.
Quindi è molto più sensata e fattibile una mozione che illustri dettagliatamente il perché istituire il limite a 30kmh per una specifica strada che ha presentato nel tempo una serie di criticità e pericoli (ad esempio Via Gramsci e Corso Matteotti, scenari di importanti incidenti e violazioni).
E’ fondamentale poi fare i conti col nuovo Decreto Autovelox che vieta ai Comuni l’installazione dei dispositivi, lasciando tale decisione ESCLUSIVAMENTE ai Prefetti, ma anche in questo caso con una procedura di motivazione rafforzata e dietro evidenza incidentale provata del tratto di strada da sorvegliare.
Cosa determinante del Decreto è che in ogni caso non potranno essere installati in città Autovelox per velocità sotto i 50 kmh. Fare quindi cambiamenti generalizzati e radicali, come “Città 30” senza poter minimamente controllare equivale ad un fallimento preannunciato. (Vedi immagini sotto).
Fallimento che si sta verificando a Bologna laddove il Corriere della Sera, con sua inchiesta ad un anno di distanza dal provvedimento, ha dimostrato che “Il limite a 30kmh non lo rispetta praticamente nessuno” e che dall’analisi fatta la velocità media su diverse arterie è di 50-55 kmh (immagine).
Situazione che presto porterà ad un referendum, di modo che saranno i cittadini a scegliere direttamente.
Facile quindi fare la proposta propagandistica, semplicistica e de-responsabilizzata, da intestarsi sui social, e poi far ricadere sull’esecutivo tutta l’oggettiva impossibilità nel farla applicare e rispettare.
Nonostante le difficoltà, Bologna ha preparato l’esperimento con anni ed anni di studi, azioni propedeutiche, investimenti per circa 40 milioni di euro sulla viabilità, relazioni lunghissime nonché il Piano Particolareggiato, uno strumento urbanistico dettagliato e multidisciplinare, totalmente assente nelle 2 paginette del consigliere proponente, che invece chiedeva di partire con Città 30 dal 1° di Luglio 2024 (incredibile ma vero)
Il punto di partenza, come è stato per Bologna, è e deve essere il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile (PUMS) nonché il Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU), anch’essi gravemente assenti nella proposta di Delibera di ieri.
Il senso è chiaro quanto ovvio: prima di istituire il deterrente all’utilizzo dell’auto bisogna offrire ai cittadini le alternative (autobus efficienti, piste ciclabili in rete, velostazioni attive, pedibus), una serie di servizi di qualità ed infrastrutture (come la realizzazione di isole ambientali o l’utilizzo di innovativi cuscinetti berlinesi per il rallentamento delle sole auto) che permettano di adeguarsi all’importante cambiamento della filosofia del vivere l’ambiente urbano.
Come dicevo oltre ai tanti errori di merito ci sono quelli di metodo, che nascono dall’aver voluto, da parte di Angiola, bypassare le commissioni Ambiente e Territorio che stanno predisponendo incontri, studi e iniziative tecniche proprio sull’aggiornamento del PUMS e la zonizzazione a 30kmh nei tratti sensibili, senza quella fretta propagandistica e cieca che mira solo al titolo di giornale senza curarsi della reale fattibilità.

Non può mancare chiaramente anche uno approfondimento tecnico e di natura economico – finanziaria, essendo queste progettualità molto più costose di quanto si pensi (segnaletica, cartellonistica, campagne informative e di monitoraggio etc…). Anch’esso del tutto assente nel deludente progetto di Angiola.
Nel lavoro implementato dalle Commissioni Ambiente e Territorio ogni consigliere, nel merito delle proprie competenze tecniche, sta fornendo il proprio contributo affinché emerga un testo serio, completo, multidisciplinare e soprattutto realizzabile.
La cittadinanza e i tecnici del settore saranno coinvolti nei vari passaggi propedeutici e divulgativi, senza deleterie e improbabili scorciatoie, nella consapevolezza che l’orizzonte di una nuova mobilità sicura e sostenibile da raggiungere sarà un percorso di comunità da fare insieme”.
Francesco Strippoli, Consigliere Comunale Movimento 5 Stelle Foggia
(Nota stampa)