
Cultura: Stefano Simone, giovane regista di Manfredonia, riceverà il "Premio Pier Paolo Pasolini – Eccellenza alla carriera"
InsideCapitanata.it, Foggia, 2 febbraio 2025 – Prestigioso riconoscimento per Stefano Simone, regista di Manfredonia, che riceverà il Premio Pier Paolo Pasolini – Eccellenza alla carriera.
Dagli esordi giovanili alla sperimentazione cinematografica
Classe 1986, Stefano Simone è un cineasta originario di Manfredonia (FG) che ha iniziato il suo percorso dietro la macchina da presa già in adolescenza. A soli 13 anni ha realizzato il suo primo cortometraggio, dando il via a una passione che lo ha portato a studiare cinema presso l’Istituto Fellini di Torino, dove ha conseguito il diploma di Operatore della Comunicazione Visiva.
Dopo gli studi, ha fatto ritorno nella sua città natale per girare il suo primo lungometraggio, Una vita nel mistero (2010), un film ispirato a eventi soprannaturali legati alla figura di Padre Pio. Un’opera che ha segnato l’inizio di un’avventura lontana dal classico percorso autoriale tradizionale, ricca di sperimentazioni e contaminazioni tra generi. Prima di questa, aveva già mostrato il suo talento con Cappuccetto Rosso, un cortometraggio dalle tinte cupe e splatter ispirato a una controfiaba di Gianni Rodari, girato nei boschi piemontesi.

Un cinema artigianale che spazia tra i generi
Negli anni successivi ha continuato a esplorare tematiche legate al fantastico e al sociale. Nel 2011 ha diretto Unfacebook, una riflessione sui rischi della comunicazione virtuale, mentre nel 2012 ha realizzato Sophia, un corto commissionato da una scuola svizzera e interpretato da giovani attori. Nel 2013 ha portato sullo schermo Weekend tra amici, un’opera minimalista, ma dallo stile crudo e incisivo, che ha ottenuto distribuzione televisiva.

Un riconoscimento alla carriera per il cineasta sipontino
Ora arriva un importante riconoscimento per il suo percorso cinematografico: il Premio Pier Paolo Pasolini – Eccellenza alla carriera, che gli sarà conferito a Roma sabato 12 aprile, presso il Ristorante Pommidoro, storico luogo legato alla figura di Pasolini.
L’annuncio è arrivato direttamente dal regista:
“Posso finalmente annunciare che sabato 12 aprile riceverò in quel di Roma il ‘Premio Pier Paolo Pasolini – Eccellenza alla carriera’, condividendo la scena con Pupi Avati ed altri nomi di spicco del panorama cinematografico italiano. Ringrazio di cuore tutta la giuria. Onorato per questo meraviglioso riconoscimento.”
Il premio è conferito nell’ambito del Premio Internazionale Letterario “Omaggio a Pasolini”, promosso con il patrocinio richiesto del Comune di Roma e con il sostegno di diverse associazioni culturali, tra cui il Cenacolo Internazionale “Le Nove Muse” e l’Associazione “Culturalmente Toscana e Dintorni”.

Anche l’Assessora alla Cultura di Manfredonia, Maria Teresa Valente, ha voluto esprimere il suo orgoglio per il riconoscimento:
“Complimenti a Stefano Simone per il prestigioso ‘Premio Pier Paolo Pasolini – Eccellenza alla carriera’, che gli sarà conferito il 12 aprile a Roma.
Un riconoscimento meritato che celebra il talento nel mondo del cinema del nostro concittadino! Un orgoglio per Manfredonia!”
Voglia di raccontare scenari “fuori dagli schemi”
Con il suo stile diretto e la voglia di raccontare storie fuori dagli schemi, Stefano Simone continua a sperimentare, mantenendo sempre uno sguardo attento sulle dinamiche umane e sulle sfumature più enigmatiche della realtà.
Ora, con questo nuovo riconoscimento, il suo nome si consolida ulteriormente nel panorama cinematografico italiano.

Le dichiarazioni del regista Stefano Simone per InsideCapitanata.it:
IC: Cosa rappresenta per te ricevere il “Premio Pier Paolo Pasolini – Eccellenza alla carriera”?
SS: Lo considero probabilmente il traguardo più importante della mia carriera, anche e soprattutto perché raggiunto prima dei 40 anni. Si tratta di un premio davvero prestigioso e mi ritengo a dir poco onorato per tale considerazione. Ovviamente, come sempre, non lo reputo un punto di arrivo, bensì un nuovo punto di partenza per cercare di migliorarmi sempre più, con la speranza che i miei film possano arrivare al più vasto pubblico possibile.
IC: Nel tuo percorso cinematografico hai sempre esplorato tematiche profonde e a volte oscure. C’è un filo conduttore che lega i tuoi lavori?
SS: Assolutamente no. Mi sento del tutto estraneo al concetto di cinema d’autore, per cui l’ipotesi di trattare tematiche con un minimo comun denominatore e/o imprimere uno stile riconoscibile di film in film non mi ha mai minimamente sfiorato. Anzi, mi sento molto più vicino ai registi chiamati così “mestieranti” che non hanno nessuna cifra stilistica specifica e capaci di passare con estrema disinvoltura da un genere all’altro.

IC: Guardando indietro, quale dei tuoi film consideri il più rappresentativo del tuo stile e perché?
SS: Forse ti ho già implicitamente risposto prima: non credo ci sia un film più rappresentativo dell’altro, in quanto cerco sempre di adattarmi di volta in volta allo stile del film. Non solo mi piace spaziare tra i più generi disparati, ma voglio proprio reinventarmi ogni volta cercando di non essere un solo tipo di regista.
IC: Hai mai avuto difficoltà nel far emergere il tuo cinema indipendente in un panorama spesso dominato dalle grandi produzioni?
SS: Una domanda meravigliosa che dovrebbe far molto riflettere. Purtroppo il cinema indipendente viene associato quasi sempre a un mood autoriale e dunque destinato solo ai cultori. La mia mentalità è stata sempre quella di concepire un film indipendente come un film mainstream, tenendo comunque conto alla base di non poter correre sulla stessa corsia dei blockbuster milionari. Per cui ho sempre ragionato in un’ottica sì molto commerciale, ma allo stesso tempo percorrendo strade alla portata, senza fare passi troppo grandi che poi si rivelano nel medio-lungo tempo veri suicidi professionali ed economici. Oltre a varie uscite pubbliche nei cinema e non solo, al momento i miei film sono stati mandati in onda da tantissime emittenti, raggiungendo milioni di telespettatori sparsi su tutto il suolo italico ed internazionale. Inoltre, sono facilmente recuperabili in streaming, soprattutto su TecaTv, piattaforma contenente la stragrande maggioranza dei miei titoli.

IC: Che legame hai con Manfredonia e quanto ha influenzato il tuo modo di fare cinema?
SS: Manfredonia è la mia terra, ci sono nato e cresciuto ed è il luogo dove ho realizzato tutti i miei lungometraggi. Sono orgogliosamente sipontino. In merito alla mia formazione professionale, ho imparato a fare film guardandoli e facendoli. Il mio primo corto lo realizzai a 13 anni, un giallo tratto da un racconto di Stefano Benni intitolato Il delitto di classe e girato al Nautico dove insegnava mio padre.

IC: Hai già in mente nuovi progetti dopo questo importante riconoscimento?
SS: A marzo girerò il mio nuovo film, The Trick, liberamente ispirato a due racconti di Edgar Allan Poe. Poi vorrei finalmente realizzare un film processuale, genere che amo molto.
IC: Cosa consiglieresti a un giovane regista che vuole intraprendere un percorso simile al tuo?
SS: Vedere tantissimi film, studiare i grandi registi, evitare assolutamente scuole e manuali di cinema e realizzare film.
A cura di Gianluigi Cutillo, 2 febbraio 2025
(Si ringraziano Stefano Simone per la disponibilità ed il giornalista Antonio Monaco per la gentile segnalazione)