Foggia, 2 settembre 2023 – La DGR 1087 del 31 luglio 2023 ha disposto, in via progettuale, sperimentale ed al momento extra LEA, l’applicazione di uno screening prenatale innovativo delle aneuploidie. Attualmente, lo screening prenatale delle aneuploidie viene eseguito mediante una procedura comprendente esami biochimici ed ecografia ostetrica (Test Combinato).
Con il nuovo protocollo, esso verrà implementato, sulla base dei risultati del test combinato, con un esame di screening genetico delle trisomie 21, 13 e 18 (DNA/NIPT).
La DGR 1087 stabilisce che il test combinato dovrà essere effettuato presso le tre strutture di Diagnosi Prenatale, U.O. di Ostetricia e Ginecologia della ASL di Lecce, della ASL di Bari (Ospedale Di Venere) e del Policlinico di Foggia, coordinate dalla U.O. di Medicina Fetale dell’Ospedale Di Venere, in qualità di riferimento regionale.
“Invece, si intende centralizzare l’esecuzione del Test DNA/NIPT presso la U.O. di Genetica Medica dell’Ospedale Di Venere di Bari, attraverso l’utilizzo del finanziamento regionale di cui alla citata Legge regionale come attività progettuale, da intendersi quale contributo sociale”.
Lo affermano il capogruppo e il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Francesco Ventola e Giannicola De Leonardis i quali, nelle scorse ore, hanno inoltrato una formale richiesta di intervento al presidente della Regione Puglia, Emiliano e all’assessore alla Sanità, Palese.
“Una scelta che ci lascia perplessi e non poco, anche e soprattutto alla luce di alcuni dati oggettivi – proseguono Ventola e De Leonardis che spiegano: “nell’anno 2022, in Puglia, sono nati oltre 26.000 bambini e oltre 4000 nella sola provincia di Foggia.
Nella struttura del Policlinico di Foggia vengono eseguiti circa 500 test combinati all’anno. Tale modello prevede che il 15-18% (LINEE GUIDA NIPT- Ministero della Salute) delle donne con età inferiore a 40 anni, possono avere un rischio intermedio compreso tra 1:301 e 1:1000 e quindi prevedere lo screening prenatale delle aneuploidie utilizzando il test del DNA fetale come test contingente per le trisomie 21, 18 e 13.
Ciò significa che circa 90 donne che hanno eseguito il test combinato presso la medesima struttura, dovrebbero trasferirsi all’Ospedale Di Venere di Bari per eseguire il Counselling Genetico e conoscere se possono accedere al successivo prelievo.
A queste donne vanno aggiunte quelle con età superiore ai 40 anni e quelle con reddito familiare ISEE inferiore a 30.000 euro.
Il trasferimento a Bari di queste donne, comporterebbe ulteriori difficoltà alla utenza già penalizzata, perché la provincia di Foggia ha il territorio regionale più esteso, caratterizzato anche da zone impervie per quel che concerne la viabilità.
Senza dimenticare che il Policlinico di Foggia, peraltro, rappresenta un punto di riferimento per una larga fascia di utenza proveniente da altre regioni, come Basilicata e Molise.
La procedura prevista dalla DGR n. 1087 indurrebbe queste donne a preferire altre strutture più vicine a loro, con un inevitabile danno per l’attività sanitaria del Policlinico di Foggia e quella della Regione Puglia, aumentando la cosiddetta mobilità passiva.
Appare incomprensibile – evidenziano Ventola e De Leonardis – in virtù anche delle risorse presenti in loco (U.O.C. di Genetica Medica) dover costringere le donne a trasferirsi, con ulteriore aggravio di costi da sopportare, per la consulenza genetica e per l’esecuzione di un prelievo.
La centralizzazione del percorso diagnostico, oltre alle difficoltà organizzative che la struttura di Bari potrebbe avere, non permetterebbe al Policlinico di Foggia e alla Università di riferimento, un ulteriore accrescimento e potenziamento in una branca come la Diagnosi Prenatale, sempre in continua evoluzione e sviluppo, con implicazioni sociali in termini di offerta sanitaria per il territorio.
Indispensabile, quindi, che Emiliano e Palese garantiscano un’offerta sanitaria, ivi comprese le risorse economiche, equamente distribuita sul territorio, perché il punto di erogazione sia più prossimo al cittadino. Questo eviterebbe anche alle donne in gravidanza lunghi percorsi chilometrici.
Chiediamo, quindi, che si intervenga tempestivamente modificando e integrando la DGR n. 1087 del 31/07/2023”, concludono Ventola e De Leonardis.
(Nota diffusa da Giannicola De Leonardis)