Unifg, prof. Serviddio

Foggia, 6 settembre 2024 – Il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Foggia intende costituirsi parte civile nel giudizio che vedrà imputati coloro che hanno aggredito medici, specializzandi e addirittura uno studente del Policlinico Riuniti di Foggia, sfondando le porte della sala operatoria alla fine di un intervento chirurgico.

 

“Si tratta di una vicenda incommentabile, rispetto alla quale il mio dovere è esclusivamente quello di condannare, a tutela tanto del personale medico, quanto per evidenziare che gli operatori sanitari lavorano nel rispetto e per il rispetto della sanità intesa come patrimonio e bene comune”.

 

prof. Serviddio

 

Stigmatizza così Gaetano Serviddio, Direttore del Dipartimento e Delegato per la Sanità di Unifg che prosegue dichiarando “la comunità di Cerignola non merita di essere associata a questa barbarie”.

 

Se è comprensibile che la morte di una paziente sia una circostanza dolorosa che talvolta può provocare reazioni fuori registro, non è assolutamente ammissibile trasformare il personale sanitario in colpevoli ai quali infliggere una lezione esemplare.

 

La violenza del gesto va oltre ogni possibile lettura e interpretazione, perché la morte di una paziente non può rappresentare l’occasione per brutalizzare il lavoro di cura e di assistenza, che deve essere sempre tutelato e protetto.

 

Quale valore fondamentale per una Comunità civile, tutelare e proteggere i luoghi della sanità e le persone che per la sanità si prodigano quotidianamente è un impegno comune, che deve responsabilizzare tutti i cittadini e le istituzioni cui spetta il compito di impegnarsi per consentire al personale sanitario di lavorare in sicurezza, nonché per garantire rapporti medico-paziente improntati sulla stima e fiducia reciproca.

 

 

(Nota stampa Università di Foggia)

 

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