L'arcivescovo di Foggia-Bovino, S.E. Mons. Giorgio Ferretti (Immagine di repertorio)

Foggia, 15 ottobre 2024 – VEGLIA PER I GIOVANI TIFOSI DEL FOGGIA.

 

Intervento di Mons. Giorgio Ferretti, Cattedrale di Foggia, 15 ottobre 2024.

 

(Lc 7, 11-17)

Un dolore grande ci ha condotto qui questa sera. Lo stupore, lo sconcerto per la morte di tre giovani che, felici, tornavano a casa dopo una sera di divertimento a seguito della loro squadra del cuore, che aveva pareggiato in trasferta. La morte di Gaetano, Michele e Samuele ha scioccato Foggia ieri mattina.

Ci siamo svegliati angosciati. Tanti si sono recati a scuola scossi, in lacrime. La morte esiste; fa parte della vita; ne è la fine e il compimento. La morte è reale! È una verità che fuggiamo, esorcizziamo, non vogliamo ammettere ma è lì e aspetta dietro l’angolo tutti noi.

Allora il primo pensiero che ci sale prepotente nel cuore è: “Non è giusto!”. Non è giusto morire, non è giusta la morte di un giovane: di tre giovani. Non è giusto morire in questo modo.

 

Per questo il secondo pensiero è subito conseguenziale al primo: “E Dio? Dove?”. Ma vedete a questa domanda difficile, la risposta l’abbiamo già data riunendoci qui questa sera. Qui insieme, possiamo gridargli il nostro dolore, interrogarlo, parlargli come un figlio parla al padre. Non sempre il rapporto dei figli con i padri è buono.

Ci sono momenti di tensione, di confronto, ma è nella casa del Padre che questa sera ci riuniamo perché lo sappiamo che lui ci ama. Sappiamo che non è lui che manda il male: lo sappiamo! La morte non è presente nel piano della creazione, essa entra nel mondo per il male che affascina e assedia l’uomo. Io vi accolgo tutti questa sera in questa nostra cattedrale.

È la casa di nostro Padre, è qui che lui ci aspettava oggi per consolarci. Vorrei abbracciarvi tutti. Vi vorrei abbracciare forte! Abbracciare le famiglie di Gaetano, Michele, Samuele. Abbracciare i loro amici e compagni. Vorrei abbracciare tutti i giocatori e i membri della società del Foggia Calcio. Spero che sentiate il calore dell’amore di Dio in questa casa. Vi ringrazio per essere qui: tra noi qui, questa sera, c’è Dio.

Dio Padre e Gesù, amico buono di tutti noi. Nel vangelo letto abbiamo ascoltato che Gesù camminava nella città e di fronte a lui passa il corteo funebre che accompagna un giovane al cimitero. È un giovane, sua madre è disperata. Gesù allora viene preso da grande compassione, piange.

Sa piangere, non su di sé, ma per gli altri, per tutti coloro che si trovano nel bisogno. La compassione è il suo saper patire con chi è nel pianto, nel lutto. Alla madre del ragazzo dice “Non piangere!”. Anche a noi in questi giorni il Signore dice: “Non piangete, io sono con voi. Vi accompagno, vi sto vicino, vi abbraccio”. Sì, il Signore è qui, ci parla e ci consola. Possiamo sentire la sua presenza di amico e di Padre in questa sua casa.

 

Oggi il Signore Gesù accoglie nella sua casa di pace Gaetano, Michele, Samuele. Li abbraccia, dice loro di alzarsi dalla morte e di prendere parte alla vita eterna con lui. E noi cosa dobbiamo fare ora? Questo è il terzo pensiero che ci sale nel cuore. Dobbiamo amarci con affetto sincero, consolarci, sostenerci. Dobbiamo unirci per diffondere il bene e combattere il male e la morte.

Mostrare, con la nostra fede nella vita e nel Signore, che la morte non è l’ultima parola sulla vita. Crediamo che Dio ci ama, che Gesù è con noi, non ci lascerà mai soli. Lui ha vinto la morte con la resurrezione. Lui alla fine della nostra vita ci accoglierà nel suo regno eterno di pace. Amen

 

 

(Nota stampa)

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